Come allenare la mente per la maratona

Come allenare la mente per la maratona è sempre stato oggetto di analisi e discussione da parte del podista amatore evoluto, in quest’articolo raccontiamo le principali evoluzioni e gli sviluppi futuri

Una finestra sul passato

Era il 5 Aprile del 2018 quando TheRunningPitt ha deciso di promuovere una ricerca che si proponeva di indagare il ruolo giocato dalla mente lungo i 42,195km della maratona, individuando soprattutto quali abilità mentali aiutino ad ottenere performance più elevate.

Gli obiettivi

In particolare lo studio si è proposto i seguenti obiettivi:

  • Identificare le abilità mentali più diffuse tra i maratoneti professionisti, élite e tra forti amatori;
  • Esplorare se alti livelli di Mental Toughness, la resilienza, sono predittivi di alte performance;
  • Valutare se la disposizione alla Mindfulness sia un fattore correlato alle performance;
  • Indagare l’esistenza di possibili caratteristiche mentali in grado di ridurre l’incidenza del muro del trentesimo chilometro.

Il team di lavoro

Come ringraziamento per la disponibilità a supportare la ricerca, mediante la compilazione dei questionari, desideriamo presentarvi alcuni dei risultati più interessanti emersi.

Prima, però, ci teniamo ad elencare i nomi del gruppo di ricerca: Cesare Picco, Sergio Costa, Davide Cappellari, Massi Milani, Martin John Trout e Luca Filipas.

Con orgoglio possiamo evidenziare come due dei collaboratori del sito abbiano svolto un ruolo di primo piano, Cesare Picco pensando e sviluppando lo studio e Massi Milani con un dettagliato lavoro di analisi e interpretazione dei dati.

Mente e Maratona: la nostra ricerca

Cosa emerge da questa interessante ricerca pubblicata sulla rivista dell’AIPS – Associazione Italiana di Psicologia Sportiva – il PSE (Psicologia dello Sport e dell’Esercizio)*? Proveremo a spiegarvelo schematicamente.

1) Non si corre solo con le gambe

Questo punto potrebbe sembrare un’ovvietà. Chiunque abbia concluso una maratona dice che la mente è fondamentale per arrivare al traguardo e farlo nel miglior modo possibile.

La nostra ricerca lo dimostra con evidenze scientifiche. La mente ha un ruolo e più si corre forte, più emergono degli elementi che caratterizzano i podisti veloci;

2) La mente conta più nei 30 km iniziali e meno dopo il muro

Sappiamo come questa affermazione vada contro il senso comune. Si è infatti soliti credere che il ruolo giocato dalla mente cresca al crescere della fatica.

Dai nostri dati, gli atteggiamenti mentali e gli aspetti caratteriali che possono venire rintracciati tra i maratoneti professionisti e di élite mostrano la loro efficacia soprattutto nei primi 2/3 del percorso, mentre sembrano perdere il loro peso nei 12 km conclusivi.

Chiaramente il non aver trovato dei fattori che spiegano l’importanza della mente dopo il 30esimo km non significa inequivocabilmente che non esistano. Semplicemente tra i fattori da noi scelti non emerge nulla in grado di spiegare l’importanza della mente in questa fase di gara;

3) Se vuoi correre forte impara ad essere Mindful

Le diverse forme di meditazione sviluppano soprattutto una competenza personale ad essere maggiormente recettivi ai diversi stimoli. Emerge con evidenza come i maratoneti più forti abbiano una maggiore predisposizione ad essere Mindful, rispetto a quelli più lenti.

Come indicato nel punto precedente questo aspetto è fondamentale per i primi 30 km, quando l’attenzione va portata sui segnali che il nostro corpo ci invia e che vanno considerati per scegliere il giusto passo di gara;

4) Fiducia in sé stessi, sempre!

Un aspetto che ricopre una rilevanza notevole consiste nell’avere fiducia nei propri mezzi e la sicurezza di poter raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Sembrerebbe che gli atleti più capaci di ottenere risultati di prestigio si presentino alla linea di partenza della maratona consapevoli del percorso di allenamento svolto e coscienti che questo gli permetterà di affrontare lo sforzo e la fatica che si presenterà lungo i 42,195km;

5) Dal 30esimo km siete tu e l’allenamento svolto

Quando si entra in zona muro sembrerebbe che la mente conti meno dell’allenamento svolto. Una crisi si evita e si gestisce soprattutto avendo lavorato in modo scrupoloso, con la giusta quantità di lunghi e con la doverosa costanza;

Seppure approfondiremo meglio il tema “muro e mente” in una nuova ricerca, dai dati ottenuti sembra che la testa non abbia un ruolo importante quanto l’aver lavorato nel modo migliore nei mesi che precedono la competizione;

6) L’esperienza conta

Un elemento da non sottovalutare, che in parte ha a che fare con la mente, consiste nell’esperienza maturata, ovvero il numero di maratone corse in precedenza. Sembrerebbe infatti che più maratone vengano portate a conclusione più si riduce la probabilità di incappare in una crisi nei km finali;

7) La resilienza è davvero il sacro Graal della corsa?

Uno dei miti della corsa di Endurance individua nella capacità di essere resilienti l’elemento portante per raggiungere buoni risultati.

Seppure siamo convinti che i nostri risultati meritino un maggiore approfondimento, la resilienza non sembrerebbe impattare in modo significativo sulle performance in maratona. Sicuramente un approccio Mindful e una buona fiducia nelle proprie capacità e nell’allenamento sostenuto aiutano in modo più marcato;

Pronti a rilanciare

Chi desiderasse maggiori informazioni e scoprire nel dettaglio i risultati può acquistare la rivista PSE in cui l’articolo è contenuto. Inoltre per aiutare questa area di studi e scoprire meglio come la mente è coinvolta nei 12km finali della distanza regina potete compilare il questionario presente al seguenti link: https://forms.gle/HLYTgyghNvSVTCUv8

Anche per la prossima ricerca sarà nostra premura restituirvi una panoramica di quanto emerso, per rendervi partecipi del ruolo giocato dalla mente nella splendida disciplina della maratona.

*C.Picco, S.Costa, D.Cappellari, M.A.Milani, M.J.Trout, L.Filipas (2020). Performance e Maratona: il ruolo degli atteggiamenti mentali, PSE Psicologia dello Sport e dell’Esercizio




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