Transcaucasian Trail: come nasce un sentiero di 3.000km tra Georgia e Armenia

Dal 2015 un gruppo di volontari è impegnato nella costruzione di un sentiero escursionistico lungo oltre 3.000 km che taglia il Caucaso da sud a nord. Incastrata tra Europa e Asia, la regione un tempo conosciuta come “transcaucasia” è occupata da Armenia, Azerbaigian e Georgia. Pertendo dal sud dell’Armenia, il Transcaucasian Trail (TCT) vuole collegare le decine ti tracciati che si diramano sulle alte montagne di questo angolo di mondo così variegato, per permettere a camminatori avventurosi di tagliare tre nazioni a piedi, con uno zaino in spalla.

Dopo cinque anni di lavoro la TCT sta raggiungendo la fine della prima fase, ossia il tracciato che dalla provincia di Syunik, in Armenia, raggiunge il parco nazionale dello Svaneti, nel nord della Georgia (con qualche interruzione). Il percorso copre circa dodici parchi nazionali e potrebbe essere concluso nel corso del prossimo anno, condizioni permettendo. Scontato dire che percorrere il TCT non è per tutti: il tracciato tocca zone remote e distanti dai centri abitati, in cui si arriva solo salendo e scendendo per migliaia di metri di dislivello. 

Foto © Angelo Zinna.

I lavori non sono ancora cominciati in Azerbaigian, dove l’organizzazione prevede di arrivare nel corso dei prossimi anni, concesso che il governo lo permetta. Intanto i volontari continuano ad aprire nuovi percorsi, sfruttando le lunghe estati caucasiche per mappare zone rimaste a lungo inesplorate. Ho parlato con Meagan Neal, una delle coordinatrici del progetto TCT, per cercare di capire come si crea un tracciato transnazionale dal niente e cosa ci aspetta nei prossimi viaggi in Caucaso.

Come nasce il Transcaucasian Trail? Come si costruisce un sentiero di 3,000 km?

L’idea ha cominciato ad evolversi nel 2015, quando Paul Stephens (un ex volontario dei Peace Corps che viveva in Georgia) e Tom Allen (un esploratore britannico che si era stabilito in Armenia) hanno avuto l’idea di creare un sentiero a lunga distanza nella regione del Caucaso. La diversità naturale e culturale della regione è davvero sbalorditiva e ci sono un sacco di sentieri storici. Così Paul e Tom hanno pensato che sarebbe stato fantastico collegare queste aree con un sentiero a lunga distanza. 

Hanno iniziato ricercando pazientemente i vecchi sentieri in Georgia e Armenia e le loro mappature. Molte sezioni di quello che diventerà il Transcaucasian Trail esistono già. Ci sono molti vecchi sentieri che sono stati utilizzati per secoli dalle comunità locali, dai pastori e dagli esploratori per andare da un villaggio all’altro sulle montagne. 

Sfortunatamente, gran parte della rete di sentieri si è deteriorata. I sentieri esistenti possono essere conosciuti dalla gente del posto, ma sono difficili da seguire per i visitatori. Quindi, oltre a raccogliere informazioni e mappare i sentieri esistenti, è diventato chiaro che sarebbe stato necessario un sacco di lavoro fisico per rendere il percorso percorribile. 

Foto © Angelo Zinna.

A partire dal 2016, abbiamo organizzato campi di volontariato per la costruzione di sentieri in Georgia e Armenia, con partecipanti sia locali che internazionali. Abbiamo avuto più di cento volontari nel corso degli anni ed è stato un modo incredibile per creare una comunità attorno al progetto e far conoscere ai volontari parti del Caucaso in un modo unico e coinvolgente. 

Nel 2018, abbiamo anche iniziato a organizzare campi giovani in Georgia (che includevano scambi con giovani armeni). Questo si è evoluto in quello che ora è il programma Caucasus Conservation Corps per i giovani che sono interessati a carriere ambientali in Georgia. Il nostro obiettivo è quello di insegnare le competenze necessarie per lavorare nel settore ambientale e al contempo sostenere le aree protette del Caucaso più in generale. 

Chi sono le parti coinvolte? L’organizzazione dietro a Transcaucasian Trail è stata coinvolta in progetti simili in passato?

Abbiamo un piccolo team di otto persone che fa base in Georgia e Armenia e una rete più ampia di partner e lavoratori stagionali. Tra le associazioni partner ci sono Trails for Change e HikeArmenia, oltre alle organizzazioni legate alle aree protette in entrambi i paesi. Il nostro programma Caucasus Conservation Corps in Georgia è attualmente finanziato dall’U.S. Forest Service International Programs, dal Caucasus Nature Fund e dal MAC Georgia

Nessuno di noi era mai stato coinvolto in un progetto simile, anche se tutti abbiamo alle spalle una serie di esperienze come volontari, guide, in operazioni di sensibilizzazione della comunità nelle aree rurali e, ovviamente, un sacco di tempo passato a fare escursioni.

Quando abbiamo iniziato a discutere con le varie parti interessate cinque anni fa, non c’era molto interesse per l’idea. C’era la sensazione che i sentieri esistenti andassero bene e che le montagne, comunque, dovrebbero essere difficili da esplorare. Questo approccio è cambiato molto negli ultimi anni. Ora c’è molto più interesse nell’infrastruttura dei sentieri, sia per l’aumento del turismo internazionale che per la crescente industria locale legata all’escursionismo. 

I governi vi hanno aiutato con i finanziamenti o vi siete affidati interamente a sponsor/crowdfunding?

Negli ultimi due anni abbiamo sviluppato delle partnership con le amministrazioni di diverse aree protette della regione. Per esempio, abbiamo fatto una grande revisione dei sentieri nel parco nazionale di Dilijan (Armenia) e ora stiamo creando un nuovo sentiero nel parco nazionale di Lagodekhi (Georgia). Ma non abbiamo ricevuto alcun finanziamento dal governo, anche se ci piacerebbe collaborare di più con loro in futuro.

Foto © Angelo Zinna.

I nostri finanziamenti sono stati un mix di sovvenzioni e donazioni. Le donazioni e adesioni alla TCTA (Transcaucasian Trail Association) ci permettono di sostenere le operazioni di base. Facciamo anche trekking per i sostenitori (pandemia permettendo) che partecipano direttamente il lavoro sul sentiero. Abbiamo ottenuto piccole sovvenzioni per diversi progetti da organizzazioni tra cui l’Agenzia austriaca per lo sviluppo, il Servizio Forestale degli Stati Uniti, Land Rover, il Caucasus Nature Fund, MAC Georgia, e HikeArmenia. 

Quali sono stati i principali ostacoli che avete incontrato negli ultimi cinque anni?

Come ho detto sopra, un ostacolo iniziale è stato semplicemente convincere le persone che valeva la pena investire in infrastrutture per i sentieri. All’inizio, molte persone erano confuse riguardo il nostro desiderio di investire sul territorio. Questo atteggiamento è cambiato molto negli ultimi due anni, poiché sempre più persone hanno visto i benefici e il potenziale del turismo basato sulle escursioni nel Caucaso.  

L’altra grande sfida è il finanziamento. Il lavoro sui sentieri fornisce enormi ritorni sugli investimenti in termini di benefici economici per le comunità locali, ma è anche più impegnativo in termini di risorse di quanto molti si aspettano inizialmente. Raccogliere i fondi è una sfida continua ma essenziale per completare il sentiero e costruire un’organizzazione sostenibile in grado di continuare a mantenerlo, proteggerlo e promuoverlo.

Poi, naturalmente, ci sono le sfide quotidiane del paesaggio stesso. Cespugli fitti, temporali intensi e terreno ripido non rendono facile procedere… quel che è certo è che non ci si annoia!

Foto © Angelo Zinna.

Cosa c’è e cosa manca? Quali sono i piani per il 2021?

Ad oggi, il 70% del percorso Armenia – Georgia è completato. Quando diciamo che il percorso è completo al 70%, intendiamo dire che abbiamo sviluppato un sentiero percorribile (con una traccia GPS) per il 70% del tragitto. Del restante 30% dobbiamo ancora determinare esattamente il percorso. Il tracciato che attraversa l’Armenia è quasi finito e ci sono ampie sezioni nel nord della Georgia. Le sezioni rimanenti in cui dobbiamo determinare il percorso sono principalmente nella Georgia meridionale e centrale. 

Questo non significa che esista già un sentiero ben mantenuto – per quello ci vorrà molto più tempo! Ma è abbastanza mappato da permettere a un escursionista intrepido e autosufficiente di concludere l’intera escursione con l’aiuto di un GPS. Ci sono già alcune persone che lo fanno, anche se non abbiamo ancora pubblicato il percorso completo. 

Nel 2021, puntiamo a perlustrare le sezioni rimanenti per avere una traccia GPS completa per il percorso Nord-Sud entro la fine dell’estate. Faremo anche dei lavori di costruzione del sentiero su tratti chiave. 

Capisco che sarà impossibile percorrere tutti i 3.000 km senza interruzioni. Qual è il tratto più lungo che si può percorrere? Come influiscono i confini nazionali sul sentiero?

Questo è il sogno! In questo momento, circa la metà dei 1300 km attraverso l’Armenia è ben mantenuta e segnalata, mentre il resto è percorribile anche se non perfetto. La sezione più lunga per la quale abbiamo delle note di percorso al momento è la sezione che unisce Vayots Dzor e i monti Geghama in Armenia (239 km totali). Il percorso nello Svaneti, in Georgia, è di 125 km, ma può essere esteso per diversi giorni in entrambe le direzioni. 

Personalmente, la mia zona preferita è Racha, in Georgia. Ha davvero tutto: montagne enormi, foreste meravigliose e villaggi affascinanti con una profonda cultura dell’ospitalità. Lavoreremo sul sentiero intorno a Racha quest’estate, e non vedo l’ora di farlo. I miei colleghi in Armenia avranno certo i loro preferiti, è difficile scegliere quando sono tutti così spettacolari in modi diversi!

I confini nazionali sono inerenti all’idea del sentiero. Dobbiamo attraversare ai valichi di frontiera designati, il che rende quelle sezioni leggermente meno scenografiche di quanto ci piacerebbe, ma per il resto non è un gran problema. 

Foto © Angelo Zinna.

Negli ultimi anni la Georgia ha fatto grandi investimenti per attirare turismo internazionale. Presumo che abbiano accolto con favore un progetto come il Transcaucasian Trail. La prossima fase del progetto prevede l’inclusione dell’Azerbaigian nel sentiero. Siete già stati in contatto con il governo?

Abbiamo avuto alcune conversazioni iniziali con il governo dell’Azerbaigian, ma ancora niente di concreto. Tuttavia, abbiamo avuto l’impressione che l’Azerbaigian sia desideroso di dare priorità al turismo escursionistico, da cui le comunità rurali possono trarre beneficio. L’Azerbaigian ha dei paesaggi incredibili e una diversità culturale e geografica impressionante, quindi speriamo di riuscire a portare il progetto in quella direzione. Proveremo a costruire dei partenariati per rendere possibile questa visione. 

Cosa si può fare per contribuire? È possibile fare volontariato in questa fase? 

Sì! Abbiamo un programma di volontariato internazionale per la costruzione di sentieri in estate – è stato cancellato l’anno scorso, ma siamo ottimisti per quest’estate. Le persone possono trovare maggiori informazioni qui. Quest’estate lavoreremo a Racha (la mia regione preferita!). 

Per coloro che sono più interessati all’escursionismo che allo scavo, facciamo anche trekking di raccolta fondi su sezioni del Trascaucasian Trail, che sostengono direttamente il lavoro sul sentiero. Le informazioni si trovano qui. Presto arriveranno maggiori dettagli sui trekking in Armenia del 2021. 

Infine, le donazioni sono sempre gradite. Ci aiutano a sostenere sia le operazioni di base che gli altri progetti legati sentiero. Trovate la nostra campagna di raccolta fondi qui.

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