Visitare Chernobyl: una Guida

La zona di alienazione di Chernobyl, un’area in quarantena che circonda la centrale elettrica dove si è verificato uno dei peggiori disastri nucleari della storia, attira molto più traffico di quanto il nome potrebbe far pensare. Da quando il sito è stato aperto ai visitatori nel 2011, un numero crescente di turisti è arrivato nel nord dell’Ucraina armato di macchine fotografiche e misuratori Geiger per visitare i resti rugginosi della città fantasma di Pripyat. Si stima che solo nel 2017 50.000 persone abbiano visitato l’area evacuata in seguito all’esplosione del reattore n. 4, una cifra di tre volte superiore a quella del 2015. Viaggiare a Chernobyl oggi è più facile e sicuro di quanto si possa immaginare, con tour giornalieri in partenza da Kiev e infrastrutture allestite per accogliere i visitatori nel desolato territorio sovietico abbandonato nel 1986.

Cosa è successo a Chernobyl

La centrale nucleare di Chernobyl era costituita da quattro reattori eretti tra il 1970 e il 1983 (con altri due in costruzione al momento dell’incidente), situati a circa 170km dalla capitale Kiev. A causa del fallimento di un test che doveva determinare come le turbine avrebbero reagito a un blackout elettrico, il 26 aprile 1986 il reattore n. 4 della centrale esplose causando quello che è considerato uno degli incidenti nucleari più disastrosi della storia.

Quando il coperchio del reattore esplose, enormi quantità di materiali radioattivi furono rilasciati nell’atmosfera. L’insediamento di Pripyat, una città di 49.000 abitanti costruita appositamente per ospitare i lavoratori di Chernobyl e le loro famiglie, è stato il primo ad essere evacuato. Secondo la World Nuclear Association, nei giorni appena successivi all’incidente circa 116.000 persone furono evacuate dalle aree circostanti il reattore, creando quella che è oggi la zona di alienazione; dopo il 1986, circa 220.000 persone furono costrette a trasferirsi dalla Bielorussia, dalla Russia e dall’Ucraina per evitare il rischio di contaminazione. Trenta tra dipendenti della centrale e pompieri morirono nell’arco di poche settimane dall’incidente e 28 di loro soffrirono di sindrome da radiazioni acute.

Chernobyl oggi

Oggi la natura si è riappropriata della zona di alienazione e dove un tempo sorgeva Pripyat una collezione di squallidi edifici abbandonati pieni di macerie si è trasformata in un’attrazione tanto cupa quando insolita. Venticinque anni dopo l’incidente, nel 2011, Chernobyl ha aperto i suoi cancelli ai visitatori dopo aver tracciato una serie di itinerari sicuri da seguire. Da allora, un flusso costante di turisti ha raggiunto la zona dei 10 chilometri, l’area più vicina alla centrale che ha sofferto maggiormente per la contaminazione.

Nonostante i mille chilometri quadrati della zona di alienazione rimangano in quarantena, sorvegliati da guardie che permettono l’accesso solo a chi è in possesso di un permesso speciale, un piccolo gruppo di ex-residenti ha scelto di tornare ostinatamente alle proprie case. Nel 2015, il Guardian affermava che 130 persone fossero tornate a vivere nella zona di alienazione; molte di loro sono tornate alle proprie abitazioni subito dopo l’incidente, più spaventati del trasferimento in un’anonima città sovietica che dell’invisibile presenza delle radiazioni.

Nel 2017, il New Safe Confinement Shelter è stato collocato sopra il reattore n. 4 per proteggere la regione dalla contaminazione per il prossimo secolo. Il primo reattore è rimasto in funzione fino al 1996, il secondo è stato chiuso nel 1991 e il terzo era attivo fino al 2000. Da allora, la centrale di Chernobyl è spenta.

La zona di alienazione di Chernobyl oggi è molto più di una calamita per dark tourist. Secondo il National Geographic, la zona è diventata un santuario di fauna selvatica unico nel suo genere. I ricercatori di varie università europee hanno studiato la vita animale nell’area contaminata, notando un sostanziale aumento della popolazione di diverse specie di grandi mammiferi. Cinghiali, lupi, bisonti, procioni, volpi e cavalli di Przewalski abitano la zona, offrendo un’opportunità unica di analizzare gli effetti a lungo termine dell’esposizione alle radiazioni e della vita in un habitat abbandonato dall’uomo.

Se da una parte la fauna di questo ambiente ostile può sembrare prospera e piccoli gruppi di persone stanno tornando nei villaggi abbandonati, dall’altra la situazione rimane tragica per la maggior parte di coloro che hanno vissuto direttamente o indirettamente l’incidente. Nel 2005 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che 4.000 persone potrebbero morire a causa delle radiazioni prodotte dall’esplosione nucleare.

Visitare la zona di alienazione di Chernobyl

Nonostante si senta parlare di persone che si introducono di nascosto all’interno del perimetro della zona di alienazione, l’unico modo legale e sicuro per vedere ciò che resta di Pripyat e dei suoi dintorni è attraverso un tour autorizzato. Mentre i livelli di radioattività sui percorsi prescritti sono entro i limiti di sicurezza (a volte anche inferiori a quelli di Kiev), ci sono ancora molti punti caldi che rendono indispensabile una guida che conosca bene la zona. I tour di gruppo partono ogni giorno da Kiev, ma è possibile noleggiare una guida per viaggi privati o di più giorni.

Una visita a Chernobyl inizia con l’ottenimento di un permesso, che viene ottenuto tramite agenzie specializzate quando si prenota un tour almeno due giorni prima della partenza. Da Kiev, due ore in macchina portano al checkpoint Dytyatky, all’ingresso della zona di esclusione, dove verrà richiesto di esibire il passaporto. Le agenzie che organizzano i tour chiedono ai turisti di indossare maniche lunghe, pantaloni e scarpe chiuse, ed è vietato toccare o rimuovere qualsiasi cosa dalla zona.

I tour di un giorno durano tra le 10 e le 12 ore e si fermano in piccoli villaggi abbandonati come Cherevach e Zalissya prima di raggiungere il secondo checkpoint che dà accesso alla zona dei 10 chilometri. Gli edifici, le auto e le strade di questi villaggi scomparsi sono stati inghiottiti quasi del tutto dalla vegetazione. Prima di raggiungere Pripyat, il punto culminante di qualsiasi visita a Chernobyl, il tour ferma all’esterno del rivestimento in acciaio da 35.000 tonnellate che copre il reattore n. 4, mostrando da lontano il luogo dell’esplosione.

Arrivando a ciò che resta di Pripyat, la vegetazione è, a prima vista, l’unica indicazione che il tempo è passato. I ristoranti, le scuole e i palazzi residenziali si ergono cupi tra alberi e lampioni arrugginiti. Sebbene l’accesso agli edifici sia vietato dal 2012, le guide accompagnano i gruppi all’interno di palestre, asili e ospedali. L’impatto del turismo di massa in questi spazi inquietanti è chiaramente percepibile. Pochi passi all’interno delle aule sono sufficienti per capire che le maschere antigas e le bambole in decomposizione sono posizionate in modo troppo fotogenico per essere lasciate così dagli sfollati in preda al panico.

Un mare di maschere antigas, tenute sotto i banchi degli studenti durante la guerra fredda in caso di attacco nucleare da parte degli americani, copre il pavimento di una delle aule. Su una fila di sedie disposte parallelamente al muro, orsi di peluche e bambole rotte siedono in modo raccapricciante e ordinato. Manifesti di propaganda decorano gli spazi mentre l’intonaco si sbriciola. Gli interni di Pripyat ci ricordano che la città fantasma è meno spettrale di quanto sembri dall’esterno. Detto questo, le composizioni instagram-friendly lasciate a marcire dai visitatori precedenti non rendono l’esperienza meno affascinante. Immaginare che 49.000 persone abbiano vissuto qui senza preoccupazioni fino al giorno fatidico è ancora agghiacciante.

La maggior parte dei tour include una visita al Duga Radar, un’enorme struttura metallica nascosta nel profondo della foresta di Chernobyl, costruita dall’Unione Sovietica per intercettare le minacce missilistiche a lungo raggio provenienti dall’Occidente. Eretta nel 1972, la stazione segreta alta 150 metri divenne nota come il Picchio Russo a causa del suono ripetitivo emesso dal radar. Dopo la scoperta del Duga, un’arma di difesa che non ha mai funzionato veramente ma che si dice sia costata più della centrale stessa, cominciarono a circolare teorie di cospirazione. Il radar è stato descritto come un sistema di controllo mentale creato per influenzare gli americani, anche se in realtà si tratta di nient’altro che un gigantesco spreco di acciaio.

Prima di uscire dalla zona di alienazione, è necessario passare attraverso uno scanner che rileva eventuali particelle radioattive rimaste attaccate a scarpe o vestiti.

Cose da sapere prima di fare un tour a Chernobyl

Visitare Chernobyl è sicuro. I livelli di radiazione nella maggior parte delle zone circostanti la centrale sono paragonabili alle radiazioni naturali che si trovano intorno a noi. Anche se ci sono alcuni punti caldi che sono pericolosi, non verrete portati lì.

SoloEast, l’agenzia a cui mi sono affidato io, offre tour di un giorno a Chernobyl da Kiev a partire da 81 dollari. Alcune agenzie, come CHERNOBYLwel.come, offrono escursioni all’interno della centrale nucleare.

I minori di 18 anni non sono ammessi all’interno della zona di alienazione di Chernobyl.

È giusto visitare Chernobyl?

Dell’aspetto etico dietro a viaggi in luoghi legati a tragedie abbiamo parlato nella terza puntata di Cemento, il podcast dedicato all’Est nuovo e vecchio disponibile su Spotify, Anchor, e Google Podcasts.

Cemento è un podcast di Angelo Zinna e Eleonora Sacco.

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